venerdì 10 maggio 2013

I Fluxus


Gli ultimi anni di liceo e il primissimo anno di università furono il momento decisivo per la mia formazione musicale.
Fu quello il periodo in cui decisi quale era la Mia Musica. Fu in quegli anni che persi la testa per i Sonic Youth, per i Marlene Kuntz, gli Afterhours, i Radiohead, i Rage against the machine, i Bluvertigo, i Blonde Redhead e tanti altri.
Fu in una compilation che un giorno ascoltai “Tutto da rifare” di un gruppo chiamato Fluxus. Ne rimasi estasiato e con me anche i miei compagni di gruppo nei Melanie Efrem.
Decidemmo di volerli conoscere meglio, comprammo il cd “Pura lana vergine”e tutto quello che potevamo ascoltare di questo gruppo, che tra l'altro era di Torino.
“Classe”, “Tutto da rifare”, “Giro di vite”, “Le cose che non cambiano mai poi cambiano in un minimo limite di tempo”, “Lacrime di sangue” diventarono tra i miei pezzi preferiti.
Mi piacquero così tanto che, per i pezzi che stavamo scrivendo per i Melanie Efrem, cominciai ad ispirarmi parecchio a loro. Quel miscuglio di storie di vita e critica sociale mi affascinava alquanto.
Nonostante questo non riuscimmo mai a vederli dal vivo. Nel 2001 poi uscì il disco “Fluxus”, con una copertina rosa e un maialino, prodotto artisticamente se non erro da Maroccolo e con la partecipazione in alcuni brani di Roy Paci, allora ancora non tanto conosciuto.
E' uno dei dischi secondo me migliori del post-2000, con grandi canzoni come “Fensi”, “Nessuno si accorge di niente”, “Non c'è più niente di me”, “Talidomide”.
Dopo di allora i Fluxus non fecero più nulla e ancora oggi li ritengo il gruppo più sottovalutato della storia recente del rock italiano, perchè li trovo molto più dissacranti e rivoluzionari di gruppi che oggi vanno per la maggiore, tipo Il Teatro degli Orrori.
Il loro cantante, Franz Goria, nel 2007 cominciò un nuovo progetto, chiamato Petrol, insieme ad altri formidabili musicisti della scena musicale torinese, Dan Solo (ex Marlene Kuntz) e Ale Bavo.
Cominciai a seguire con lo stesso entusiasmo anche questo progetto, nonostante non l'abbia mai trovato paragonabile alla grinta creativa dei Fluxus. Tuttavia in questo progetto Franz Goria ha dimostrato di cavarsela benissimo non solo con testi di valenza sociale, ma anche con canzoni d'amore, tipo la bellissima “Devo andare via domani”.
E' questo che mi ha sempre colpito di Franz Goria, la capacità di sapersi addentrare nei suoi testi in argomentazioni di tipo anche molto diverso. E' sempre stata questa la caratteristica che ho ricercato di costruire nelle mie canzoni e di conseguenza apprezzo tantissimo chi riesce a farlo.
Il resto è storia recente.
Il Cafè Liber mi ha chiesto di partecipare a questo nuovo “format”, “A pair of one”, vale a dire una serata in cui due “cantautori”, o come lo si vogliano chiamare, sono insieme sullo stesso palco, si palleggiano un po' di canzoni, per poi fare qualcosa insieme.
Qualche settimana fa mi è capitato di veder suonare Franz Goria insieme al mio amico Davide Tosches e allora ho pensato che mi sarebbe piaciuto proporre a lui di duettare insieme per la serata del Cafè Liber.
Franz ha accettato subito. Ci siamo sentiti al telefono e la cosa che non mi sarei mai aspettato e
è che lui conosceva le canzoni di Mezzafemmina, mi ha parlato di “Iside”, gli ho spedito il mio nuovo album e quando poi ci siamo visti un po' di giorni dopo per un aperitivo mi ha parlato positivamente del mio disco ed in particolare di alcuni brani, dimostrando di averlo ascoltato con molta attenzione.
Io non sono mai stato un mitomane, mi infastidisce molto chi idolatra oltremodo un musicista. La musica è importante, fondamentale, per me può e deve dare spunti di riflessioni e di conseguenza risvegliare le coscienze, ma, alla fin fine, deve essere considerato un mestiere importante come un altro, come il panettiere, il medico, il farmacista, l'elettricista. Sono solo canzonette.
Eppure ammetto che quella sera recandomi al nostro appuntamento ero un po' emozionato. In fondo si tratta di un musicista che ho sempre apprezzato tantissimo, forse la mia maggiore fonte di ispirazione.
Invece la cosa che più mi ha colpito è che è sembrato ci conoscessimo da una vita, io che spesso sono timido e a volte impacciato, mi sono sentito totalmente a mio agio, e lo stesso credo sia valso per lui. Abbiamo parlato tanto di musica, ma non solo, anche delle nostre vite, dei nostri lavori extramusicali, delle nostre esperienze.
Ieri ci siamo ritrovati per provare insieme ed è stato tutto molto spontaneo, sereno, semplicemente fantastico. Quando nel 2001 ascoltavo il cd “Fluxus” andando all'università non credo avrei mai pensato che un giorno mi sarei ritrovato a provare “Non c'è più niente di me”, ad esempio, insieme a Franz Goria.
Il cerchio si è chiuso.
Il 16 maggio faremo questo concerto insieme al Cafè Liber e sono già sicuro che sarà una serata da ricordare.

Per chi non conoscesse i Fluxus, ecco qualche assaggio.



1 commento:

  1. Uno dei più grandi gruppi di indie rock anni 90. Mi mancano. Franz Goria e soci non hanno avuto la visibilità che meritavano. Grandissimi.

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